

Le slot machines non vengono classificate come gioco d’azzardo e per questo sono soggette alle disposizioni del diritto contrattuale. La problematica consiste nel fatto che tali „macchine per il divertimento con possibilità di vincite in denaro“, nate come innocuo mezzo per provare a vincere qualche centesimo negli anni ‘60 e ’70, a partire dagli anni ’80 sono state trasformate in apparecchi con elevato rischio di dipendenza dal settore delle slot machines. Questa generazione di slot machines è paragonabile alle macchine per il gioco d’azzardo presenti nei casinò.
Coniugano diverse componenti del potenziale di dipendenza:
- Elevata frequenza del gioco: le prescrizioni del regolamento sul gioco di 5 secondi per giocata considerano la conversione del denaro in punti gioco, modo in cui vengono raggiunte sequenze di gioco da 5 secondi ciascuna.
- Il sesto emendamento del regolamento sul gioco del novembre 2014 vieta il gioco a punti.
- Coinvolgimento del giocatore attraverso i tasti di avvio, stop e rischio.
- Elevati incentivi di vincita grazie alle prescrizioni legislative per determinati apparecchi: talvolta sono possibili giocate del valore di 2,- €, consentendo però vincite fino a 10.000,- € (Meyer 2010).
- Commutazione delle giocate e delle vincite su un conto punti e viceversa
(1 centesimo = 1 punto): in questo modo il valore del denaro non viene più realmente percepito dal giocatore. (Modifiche attraverso il sesto emendamento del regolamento sul gioco) -
Le slot machines sono liberamente accessibili a tutti a partire da un’età di 18 anni, a differenza delle macchine per il gioco d’azzardo all’interno dei casinò.
Negli esercizi gastronomici, solamente di rado vengono effettuati controlli sull’età degli utenti. Questo le rende particolarmente pericolose per i gruppi a rischio, tra cui anche i più giovani.
Diversi studi dimostrano che il 75% dei soggetti dipendenti dal gioco che cercano aiuto presso un centro di consulenza sono soliti giocare con slot machines.